Quanto costa rifare un impianto elettrico a norma e bonus 2024

Qual è il costo del rifacimento dell'impianto elettrico a norma di una casa / appartamento e a quali bonus si può aderire?

IMPIANTO ELETTRICO Costi rifacimento e bonus

Durante una ristrutturazione o all'acquisto della casa, il rifacimento dell'impianto elettrico è ritenuta un'opera prioritaria in quanto, il concetto di sicurezza passa indubbiamente attraverso un sistema a norma: corto circuiti e scosse sono fenomeni rari, ma che incutono timore.

Ahimè, tale opera ha un costo rilevante, ma non c'è fine al peggio: come dico sempre, questo intervento spesso porta alla ristrutturazione completa l'appartamento (a meno che non si realizzi un impianto a vista). Pensa a come le tracce nei pavimenti e nel muro si portino dietro non poche lavorazioni.

Fortunatamente, si possono sfruttare i bonus :)

 

Costo impianto elettrico completo.

Il costo dell'impianto elettrico completo varia in base a:

      • metri quadri dell'appartamento;
      • realizzazione sottotraccia o in canalette esterne;
      • presenza di rete telefonica, televisiva e/o citofonica.

A titolo esemplificativo, e considerando:

      • il prezzo comprensivo di corrugato sottotraccia, certificato di conformità, termostato ambiente, antenna, telefono, tutti i materiali occorrenti (fornitura e manodopera), Iva esclusa;
      • incluse le tracce e le assistenze dell'impresa edile;
      • un impianto livello base (vedremo poi i livelli);

il costo, al variare della superficie in mq dell'appartamento, è di circa:

Superficie casa

 in metri quadri 

Costo medio in €

40 - 60

3.500

60 - 70 

4.000

80 - 90

5.500

90 - 100

5.700

100 - 110

6.200

110 - 120

6.700

120 - 130

7.400

130 - 140

7.700

140 - 150

8.300

150 - 160

8.700

 

Esempio di preventivo:

Fornitura e posa di impianto elettrico da 3 kW sotto traccia (luce, FM, terra, TV, telefono, citofono) per appartamento di 100 mq, comprese tutte le Certificazioni previste da normativa e le assistenze murarie. Numero di punti luce in alta tensione 90, numero di punti luce in bassa tensione 10, un quadro elettrico. Costo a corpo: € 6.000 + IVA.

Detrazioni e bonus

L'installazione dell'impianto elettrico rientra tra le opere soggette a detrazione fiscale per le ristrutturazioni al 50 %. L’importo massimo di spesa ammessa al beneficio delle detrazioni per ristrutturazione è di euro 96.000. Per cui l’ammontare massimo della detrazione è di 48.000 euro in 10 rate annuali.

I pagamenti dovranno avvenire attraverso bonifico per agevolazioni "parlante". Fortunatamente, tutte le banche hanno predisposto delle interfacce che assistono colui che compila il bonifico online in modo da evitare errori. Sicuramente attraverso la home-banking troverai questo servizio. Per completezza, le corrette diciture delle causali sono:

Fornitura e posa in opera di impianto elettrico - detrazione prevista dall’articolo 16-bis del Dpr 917/1986 – Pagamento fattura n. ___ del___ a favore di ___ partita Iva ___”.

Quale Iva occorre liquidare?

Inoltre, solo qualora la fornitura dell'impianto fosse posta in essere nell’ambito del contratto di appalto, quindi l'impianto venisse acquistato dalla ditta installatrice, avresti diritto ad un'iva agevolata al 10% e non al 22%.  L'impresa, in questo caso, acquisterà i prodotti dal fornitore (cavi, forassiti) con l'IVA al 22% e poi applicherà al committente l'IVA al 10% (andando quindi in "credito d'IVA" nei confronti dello Stato);

Occorrono dei permessi?

Il rifacimento dell'impianto elettrico ricade tra gli interventi di manutenzione straordinaria (art. 6 del Testo Unico sull'Edilizia). Questi interventi devono essere legittimati con pratica edilizia CILA (Comunicazione di inizio lavori asseverata). Avrai bisogno di un professionista: geometra, architetto, ingegnere o perito.

Potenze disponibili in commercio

Commercialmente, è possibile scegliere tra diversi livelli di potenza.

Gli scaglioni, da poco tempo, procedono a scatti di 0,5 kW. In altre parole, un utente domestico potrà optare per livello di potenza pari a 3 kW, 3,5 Kw, 4 Kw, 4,5 kW etc.

Per valori superiori a 6 kW, per utenze solitamente attivate in trifase, si procede a passi di 1 kW.

Tipi e prestazioni dell'impianto

La normativa classifica gli impianti elettrici secondo tre gruppi, per ognuno dei quali sono definite le dotazioni minime impiantistiche e funzionali, che ne caratterizzano il livello di prestazione e usabilità. I livelli sono così definiti:

Livello 1 – Base: livello minimo previsto. Impianto elettrico essenziale, senza per questo rinunciare a sicurezza ed efficienza;

Livello 2 – Standard: per unità immobiliari con una maggiore usabilità degli impianti, tenuto anche conto delle altre dotazioni impiantistiche presenti. Aumento della dotazione e dei componenti rispetto al livello 1, alcuni servizi ausiliari, quali il videocitofono e l’anti-intrusione;

Livello 3 – Domotico: per unità immobiliari con dotazioni impiantistiche ampie e innovative  e, in particolare, la domotica. Oltre a prevedere un ulteriore aumento delle dotazioni rispetto al livello 2, il livello 3 deve poter gestire almeno 4 funzioni domotiche quali, ad esempio, l’anti-intrusione, il controllo carichi (ridurre i consumi energetici e ottimizzare l’uso di energia elettrica), la gestione comando luci, la gestione temperatura, la gestione scenari, il controllo remoto, il sistema diffusione sonora, la rilevazione incendio, il sistema antiallagamento e/o la rilevazione gas.

impianto elettrico base standard domotico

Funzionamento di un impianto elettrico ed elementi:

Semplificando al massimo un impianto elettrico, dal quadro elettrico (dispositivo con funzione di alimentare e, nell'eventualità di un guasto o in caso di manutenzione, di scollegare elettricamente una o più utenze ad esso connesse) partono due fili, detti conduttore di fase e conduttore neutro. Inoltre, è presente un altro cavo, detto messa a terra, che scarica eventuali sovratensioni nel terreno. Tra la fase e il neutro, la società che distribuisce l’energia elettrica mantiene una tensione alternata di 220 Volt.

La messa a terra, sinteticamente, mira a proteggere le persone dal rischio di folgorazione (scosse). Consiste essenzialmente in un sistema di conduttori collegati ad uno o più dispersori, inseriti nel terreno (ad esempio picchetti metallici).

La linea di terra è sempre gialla e verde, mentre il neutro sempre celeste. La fase può variare tra marrone, rosa, rosso e altri colori.fase neutro terra fili corrente

 

Ricordiamo che la corrente può essere continua (DC) o alternata (AC). Quella continua, caratterizzata da un flusso continuo di elettroni con intensità e direzione costante, è prodotta dalle pile, dalle batterie delle auto, dalle batterie ricaricabili o dall'impianto fotovoltaico. Mentre, la corrente alternata è quella disponibile "in casa", caratterizzata da un alternarsi di pulsazioni positive e di pulsazioni negative.

I cavi possono distribuirsi nell'appartamento secondo due schemi:

      • radiale: consiste nell'alimentazione di ogni singola utenza con una linea specifica e dedicata. Abbiamo maggiore controllo sulle singole linee, ma un costo maggiore;
      • dorsale: su una sola linea vanno a confluire tutte le correnti degli utilizzatori senza alcun ordine o sequenza prestabilita. Non c’è selettività (distinzione) né controllo particolare sulle singole linee minori. Costo inferiore.

schema impianto elettrico dorsale o radiale

Un singolo utilizzatore (lampadine, televisore, radio, rasoi elettrici ecc.) viene collegato a questi fili mediante una presa di corrente. La corrente esce da uno dei fori della presa (quello collegato alla fase), attraversa, ad esempio, la lampadina e ritorna nel secondo foro della presa.

A monte dell'impianto è presente l'interruttore differenziale, comunemente detto salvavita, dispositivo di sicurezza in grado di interrompere il flusso elettrico di energia in un circuito elettrico, in caso di guasto verso terra (dispersione elettrica) o folgorazione.

Tra gli elementi più importanti dell'impianto abbiamo:

interruttore: dispositivo in grado di interrompere la continuità elettrica di un solo conduttore (interruttore unipolare: si usano per comandare le lampade di un appartamento), fase, o di entrambi i conduttori (interruttore bipolare: ad esempio gli interruttori di protezione presenti nel quadro elettrico), fase e neutro;

deviatore: apparecchiatura in grado di deviare la corrente da un conduttore all'altro, in modo alternato. In un impianto elettrico civile, un deviatore punto luce, insieme ad un altro deviatore, consente di aprire e chiudere tale circuito da due punti diversi.

Gli impianti possono avere diverse potenze, a seconda del tipo e del numero di utilizzatori, che devono servire.

Quando è a norma l'impianto elettrico? normativa

La norma di riferimento per gli impianti elettrici è la CEI 64-8, dal titolo “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua". La norma contiene le prescrizioni riguardanti il progetto, la messa in opera e la verifica degli impianti elettrici.

La CEI, ad oggi, fornisce i valori minimi di kW:

  - per abitazioni sino a 75 mq è obbligatorio dimensionare l’impianto per una potenza di almeno 3 kW;

  - per abitazioni superiori ai 75 mq , l’impianto dovrà essere dimensionato con una potenza di almeno 6 kW.

Nonostante l’obbligo di dimensionamento, la scelta contrattuale della potenza con l’ente erogatore è totalmente libera e a discrezione dei bisogni del cliente. Quindi, spesso, gli impianti sono sovradimensionati.

A seconda delle dimensionioni dell'impianto è necessario coordinare i dispositivi di protezione adeguati alla potenza dell’impianto!

Comprendere se un impianto è a norma non è semplice. Spetta al professionista asseverare in tal senso. Vediamo alcune caratteristiche obbligatorie per un impianto a norma.  

In Italia, le dimensioni del montante (collegamento tra il contatore dell’ente erogatore al quadro elettrico dell’impianto posto nell’abitazione) devono essere adottate a seconda della potenza contrattuale e della lunghezza della conduttura:

dimensione del montante

Nel quadro generale devono essere installati gli interruttori differenziali, per far fronte a problemi di dispersione elettrica e, quindi, a rischi di folgorazione. L'interruttore generale per gestire tutto l'impianto dovrà essere:

        • di 25 A se il dimensionamento fosse di 3 kW ;
        • di 32 A se il dimensionamento fosse di 6 kW.

Le norme CEI 64-08 rendono obbligatoria la selettività (scollegamento) fra gli interruttori differenziali. Pertanto, il circuito non sarà unico, ma suddiviso in più parti. In generale è necessario prevedere i seguenti circuiti separati:

• Illuminazione di base da 10A;

• Presa a spina da 10 A (una linea ogni 15 prese max.);

• Prese a spina da 16 A (una linea ogni 15 prese max.).

Il diametro interno delle condutture elettriche di forma circolare deve essere almeno 1,5 volte il diametro del cerchio realizzato dal fascio di cavi in esse contenuti. Il diametro minimo delle condutture elettriche deve essere di 16 mm;

Inoltre, per ogni tipologia di stanza deve essere garantito un numero minimo di dispositivi (punti luce, prese e TV) Scopri di più.

Inoltre, la messa a terra è sempre obbligatoria.

Quando è obbligatoria la certificazione di impianto?

Comunque, per essere sicuri circa la qualità del vostro impianto, dovreste avere conservato la  Dichiarazione di conformità o la Dichiarazione di rispondenza dell'impianto alle normative. La Dichiarazione di conformità (DiCo) è un documento obbligatorio nel momento in cui si installa un nuovo impianto di tipo elettrico, idraulico, riscaldamento, cottura o evacuazione fumi (canna fumaria). Mentre, la Dichiarazione di rispondenza (DiRi) è un documento, che sostituisce il Certificato di conformità, nel caso quest'ultimo fosse inesistente o irreperibile e realizzato prima del 2008. Naturalmente, l'impianto, per poter disporre di questa Dichiarazione, dovrà essere adeguato alle prescrizioni di legge.

Oltre alla Dichiarazione di conformità, è necessario il progetto dell'impianto. Entrambi possono essere firmati dal legale rappresentante dell'impresa, oppure dal responsabile tecnico dell'impresa che dimostri il possesso di alcuni requisiti professionali. Mentre occorre il progetto dell'impianto elettrico da parte di un ingegnere iscritto agli albi professionali, nel caso di unità residenziale superiore ai 400 metri quadri (200 metri quadri se si trattasse di un locale commerciale, come i negozi) oppure se la potenza del contatore superasse i 6 kW.

Spero che l'articolo ti sia stato utile. A presto, Vincenzo.

 

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CHI SONO?

Ciao, sono Vincenzo e amo tutto ciò che riguarda l’edilizia.

Vincenzo MaderaFin da ragazzo, mio padre Gennaro mi portava sui cantieri. Quell'ambiente fatto di persone umili, gentili e simpatiche mi ha colpito. Proprio per questo motivo, ci passerei intere giornate, bevendo pessimi caffè e ascoltando le strabilianti avventure dei muratori, per poi tornare in studio a scrivere articoli.

Ecco la mia seconda passione. Mai avrei pensato di creare un blog. Eppure, a sorpresa le pagine del mio sito hanno raggiunto picchi di 60.000 volte ogni giorno. Parlo di edilizia, strutture, impianti, energetica e interior design e insieme a mia sorella Rosa portiamo avanti il nostro studio a Firenze.

Spero che, grazie al web, diventeremo amici:

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